Europe Insights
Punti salienti:
- I recenti modelli di IDE suggeriscono che il cambiamento strutturale dell'Europa verso la diversificazione della catena di approvvigionamento e le strategie di nearshoring - rafforzato da una serie di iniziative politiche che spaziano dalla riforma normativa agli incentivi finanziari mirati - sta accelerando.
- Si evidenzia un notevole cambiamento nei flussi di investimento. L'Europa ha registrato utili contrastanti nel secondo trimestre e divergenze settoriali: gli utili complessivi sono aumentati del 4,2% su base annua, superando le aspettative, ma le performance hanno registrato notevoli differenze tra i vari settori.
- Negli ultimi dieci anni i mercati creditizi europei hanno sovraperformato quelli statunitensi, sostenuti da politiche finanziarie aziendali prudenti e da una quota maggiore di emittenti con rating più elevato, offrendo rendimenti corretti per il rischio superiori.
Strategie di diversificazione della catena di approvvigionamento e di nearshoring in Europa
L'Unione europea (UE) rimane un hub fondamentale per il commercio e gli investimenti globali, ma gli afflussi di investimenti diretti esteri (IDE) si sono dimezzati dall'inizio della pandemia di Covid-19 e della crisi energetica. Nonostante questo calo, stanno emergendo modelli strutturali in tutte le regioni e in tutti i settori, con il 60% degli IDE in Europa che ora proviene dalla regione stessa. I paesi dell'Europa orientale e meridionale continuano ad attrarre investimenti, grazie al sostegno di infrastrutture solide e di una forza lavoro qualificata. Allo stesso modo, settori quali ricerca e sviluppo, logistica e difesa stanno guadagnando slancio, mentre gli investimenti diretti esteri nel settore manifatturiero sono diminuiti a causa dei costi energetici elevati e della domanda incerta. Queste tendenze evidenziano un crescente spostamento verso il nearshoring e la diversificazione della catena di approvvigionamento, ulteriormente rafforzato dalle recenti iniziative politiche dell'UE.
Primi segnali positivi tra risultati contrastanti per i titoli azionari europei
Anche i flussi di investimento mutevoli in tutta Europa stanno iniziando a riflettersi sui risultati aziendali. Ad esempio, la stagione degli utili del secondo trimestre in Europa si è chiusa con un aumento del 4,2% su base annua, superando ampiamente le aspettative piatte, sebbene i risultati abbiano registrato notevoli differenze tra i vari settori. Le aziende con un orientamento nazionale hanno ottenuto risultati migliori rispetto a quelle esposte ai mercati emergenti, anche se i ricavi esposti agli Stati Uniti rimangono resilienti. Nonostante il recente rally, le valutazioni sui mercati azionari europei rimangono basse, presentando un potenziale di rivalutazione in alcuni settori.
La resilienza relativa dei mercati del credito europei
I mercati del credito europei continuano a dimostrare un vantaggio strutturale rispetto alle controparti statunitensi. Negli ultimi dieci anni, un confronto su base comparabile tra i due mercati rivela che il credito europeo ha generato rendimenti superiori a parità di rischio. Le differenze nella qualità del credito contribuiscono alla forza relativa dell'Europa, in particolare nell'universo high yield, che presenta una quota maggiore di titoli con rating BB (storicamente i migliori in termini di performance corretta per il rischio), mentre gli Stati Uniti sono caratterizzati da una prevalenza di titoli con rating CCC, la categoria più debole. Per gli investitori globali, i mercati obbligazionari europei offrono diversificazione e rendimenti corretti per il rischio favorevoli, rendendoli un'alternativa interessante al credito statunitense.