Europe Insights
Informazioni chiave:
- I livelli di debito rispetto al PIL registrati nell’Eurozona stanno migliorando, tuttavia è necessaria un’ulteriore stretta fiscale per tornare ai livelli antecedenti la pandemia e per rispettare le esigenze di bilancio
- Le politiche odierne presenti su entrambe le sponde dell’Atlantico ricordano quelle degli anni '90, anche se i mercati USA ed europei scambiano con un divario di valutazione. Nel 1995, le valutazioni statunitensi erano in linea con quelle europee, mentre oggi gli Stati Uniti beneficiano di un premio senza precedenti
- Nell’Eurozona le emissioni obbligazionarie stanno aumentando in maniera decisa, sostenute dal recente taglio dei tassi e da livelli storicamente bassi degli spread e della volatilità, sia nei mercati obbligazionari che in quelli valutari
La stabilità fiscale dell’Eurozona e le future misure di risanamento
La domanda tenuta in sordina, l’inflazione elevata e la maggiore crescita nominale hanno spinto al rialzo i redditi e il gettito fiscale, portando così a un miglioramento nei rapporti di indebitamento, con il rapporto debito/PIL dell’Eurozona in calo dal 99% al 90% nel 2023. Ad ogni modo, è tuttora necessaria una consistente stretta fiscale per tornare ai livelli di indebitamento antecedenti la pandemia. Secondo il nuovo quadro di bilancio dell’UE, a sette Stati membri sarà imposta una procedura per i disavanzi eccessivi (PDE), con conseguente risanamento di bilancio più serrato rispetto ai loro piani di bilancio odierni per il 2024. In ottica futura, nonostante le potenziali criticità fiscali, gli spread dei titoli di Stato dovrebbero rimanere contenuti, grazie al supporto di un contesto macroeconomico tutto sommato favorevole, che vede tra l’altro prezzi del gas contenuti, l’avanzare della disinflazione, la crescita dei redditi in termini reali e gli ulteriori tagli dei tassi della BCE.
Azionario europeo: alcune lezioni dal passato
L’attuale scenario di rallentamento controllato dell’economia ricorda la situazione vissuta a metà degli anni '90. Le condizioni delle politiche della Fed e della Banca centrale europea di quella fase storica rispecchiano il contesto odierno. Adesso però rileviamo una sostanziale differenza nel divario di valutazione esistente tra i mercati statunitensi e quelli europei. Nel 1995, le valutazioni statunitensi erano in linea con quelle europee, mentre oggi gli Stati Uniti beneficiano di un premio senza precedenti. Le valutazioni statunitensi si attestano a livelli paragonabili a quelli osservati tra la fine del 1997 e i primi mesi del 1998 (ovvero, poco prima dello scoppio della bolla Internet), mentre l’Europa scambia come se fosse ancora nel 1995.
Le obbligazioni europee tornano alla ribalta (parte seconda)
Le emissioni obbligazionarie investment grade in euro (societarie e finanziarie) sono aumentate del 16% rispetto a un anno fa, mentre ad oggi le emissioni high yield di quest’anno hanno già superato il volume complessivo registrato nel 2023. Gli attuali livelli di spread rispecchiano la fiducia dei mercati nei fondamentali societari; nonostante un lieve ampliamento a giugno, gli spread rimangono sul loro trend di compressione. Il debole livello di volatilità osservato sia nei mercati obbligazionari che in quelli valutari potrebbe spiegare anche perché il 17% delle emissioni investment grade denominate in euro sono state effettuate da società statunitensi.